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Grosseto ❤️ il capoluogo maremmano

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Cosa fare e vedere a Grosseto, informazioni utili e molto altro - Agriturismoverde
2023-05-15T08:00:00+08:00
Grosseto ❤️ il capoluogo maremmano

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Cosa fare e vedere a Grosseto, informazioni utili e molto altro

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Agriturismo - Dove Dormire

Grosseto capoluogo della Maremma è un attivissimo centro le cui principali attività si basano sul settore agricolo, terziario e sul turismo. Quest’ultimo in particolare registra un trend di sviluppo positivo e costante da diversi anni così come sta avvenendo, del resto, in tutto il territorio della provincia. La città, che si adagia nella pianura solcata dal basso Ombrone, è composta da un centro storico racchiuso da una mirabile cinta muraria esagonale, e dalla ben più vasta area moderna, a pianta regolare, nelle cui vicinanze è stata costruita un'attrezzata stazione aeroportuale che effettua voli charter. Originariamente intorno a Grosseto vi era un ampio golfo marino che nel corso dei secoli andò trasformandosi in laguna ricca di paludi e canneti. Le città fiorenti d'epoca etrusca, come Vetulonia e Roselle, testimoniano la prosperità della zona che si mantenne tale anche sotto il dominio dell'Impero Romano.

La città cominciò a svilupparsi, intorno al 935, dopo la devastazione che subì Roselle da parte dei Saraceni e divenne civitas nel 1138 quando Innocenzo II vi trasferì, dall’antica città etrusca, anche la sede vescovile. Dal XI sec. fu feudo degli Aldobrandeschi, per passare poi sotto il dominio senese seguendone le sorti e cadendo anch’essa nel 1559 sotto Cosimo dè Medici. La nobile famiglia fiorentina incentivò la ripresa economica della città grazie ai lavori di bonifica consistenti nell’escavazione di canali, nella costruzione della cinta muraria e di edifici di pubblica utilità. Successivamente, con i Granduchi di Lorena, nel 1765, si abolirono i vincoli e privilegi feudali che frenavano lo sviluppo dell’economia e ricominciarono le attività di risanamento.

Grosseto risorse definitivamente con Leopoldo II (1828) e la sua imponente opera di bonifica realizzata grazie a notevoli lavori eseguiti dagli ingegneri idraulici quali Giorgini, Fossombroni e Manetti che resero la Maremma una terra fertile e rigogliosa. L’opera, completata con la “riforma agraria” dei primi anni ’50, incentivò un’agricoltura intensiva e sempre più specializzata verso un’adeguata valorizzazione anche dei prodotti tipici quali vino, olio e formaggi, oggi molto apprezzati e ricercati.

Dal canto suo il turismo beneficia di risorse naturali intatte sia sulla costa sia all’interno: l’ecosistema mare-pineta, il Parco Naturale della Maremma e il fronte collinare. A queste si aggiungono le occasioni del “turismo intelligente” con itinerari percorribili in ogni stagione dell’anno di obiettiva suggestione ambientale e di valenza storico-culturale, recuperate anche grazie a opportune iniziative d’arte, di cultura e di tradizione popolare. I dintorni di Grosseto sono ricchi di monumenti storici e d’arte come l’area archeologica di Roselle, una delle principali dodecapoli etrusche, ben segnalata con pannelli esplicativi in quattro lingue, famosa per i commerci, le terrecotte che si producevano nelle sue botteghe e per il raro esempio di fortificazione etrusca che è rimasto.

Arricchiscono il territorio frazioni come Montepescali, un piccolo borgo arroccato sulla cima di un colle cinto da mura medioevali, caratteristico per le sue strutture trecentesche e per il panorama che offre tanto da essere ricordato come “il balcone della Maremma”. Interessanti sono anche centri come il pittoresco borgo di Istia d’Ombrone; Batignano che conserva resti di mura e un cassero; Braccagni un moderno paese in via di sviluppo e, poco distante da Grosseto, Marina di Grosseto un esteso e moderno centro balneare, allineato lungo una grande spiaggia a ridosso di una magnifica e profonda pineta. Infine Alberese, regno dei Butteri, con il Parco Regionale della Maremma, dove la macchia mediterranea, la fauna che vive allo stato libero, i villaggi preistorici, etruschi e medioevali, tra cui interessantissima l’Abbazia di San Rabano, si fondono in modo tale che resta difficile distinguere l’opera della natura da quella dell’uomo. 

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